EIGHTIES COLOURS. GARAGE, BEAT E PSICHEDELIA NELL'ITALIA DEGLI ANNI OTTANTA
EIGHTIES COLOURS. GARAGE, BEAT E PSICHEDELIA NELL'ITALIA DEGLI ANNI OTTANTA
Coniglio, 2010
Premio "Miglior libro indies dell'anno", M.E.I. 2010
A labour of love, dicono gli inglesi. Un atto d'amore. Questo è stato, ed è, "Eighties Colours". Un atto d'amore nei confronti della scena musicale che ha segnato indelebilmente la mia tarda adolescenza, aprendomi mondi sconosciuti e facendomi diventare parte attiva del nostro underground: la mia prima intervista, quella da cui "è cominciato tutto", la realizzai nel 1989 con i Peter Sellers & The Hollywood Party.
Un quarto di secolo dopo ho deciso di restituire alle band neo-Sixties italiane parte dell'entusiasmo e della gioia che mi avevano trasmesso in gioventù.
Come? Raccontando le loro vicende che la storiografia rock ufficiale aveva dimenticato, nascondendole sotto una cappa d'oblio.
Per oltre due anni mi sono immerso nei miei e in altrui archivi, tirando fuori vinili e cassette, riviste e fanzine.
Ho rintracciato vecchi amici e personaggi (per me) leggendari che non avevo avuto modo di conoscere all'epoca, realizzato oltre quaranta interviste e trovato, con il coinvolgimento dei diretti interessati, una quantità enorme di materiale fotografico e iconografico.
Il risultato è stato un libro di grandi dimensioni, tutto a colori, con una grafica bellissima - onore al mio editore Francesco Coniglio che ha creduto in un progetto all'apparenza folle come questo e l'ha voluto realizzare in un formato 'deluxe' - che ha scatenato un piccolo terremoto nel nostro panorama underground.
A parte il "successo" di stampa e pubblico (le recensioni positive sono fioccate un po' ovunque), l'uscita di "Eighties Colours" ha generato una serie di incontri su e giù per la Penisola che si sono trasformati in dei veri happening underground. E ha anche fornito la scusa perfetta a molti gruppi per riformarsi (in alcuni casi solo occasionalmente, in altri in pianta stabile), pubblicare nuovi dischi e suonare di nuovo dal vivo.
Di tutte, questa è la cosa di cui vado più fiero...
Gli anni Ottanta non sono stati solo quelli degli yuppies e della “Milano da bere”, di DJ Television e del Pentapartito al governo. Dietro la loro facciata superficiale scorreva una straordinaria creatività sotterranea, lontana dai patinati circuiti “ufficiali”, spesso dimenticata, che eleggeva miti e cementava legami.
Tra il 1985 e il 1990, da nord a sud, centinaia di giovani – stanchi dei dogmi della politica come delle atmosfere oscure del dark e della new wave – decidono di voltarsi indietro e guardare ai Sixties come inesauribile fonte di ispirazione.
Vogliono celebrare la gioia di vivere, ritornare alle radici più pure del rock’n’roll, passando attraverso la riscoperta di oscure formazioni americane e inglesi degli anni Sessanta.
Come i loro coetanei d’Oltreoceano o della fredda Scandinavia, si fanno crescere i capelli e li acconciano a caschetto, iniziano a indossare camicie paisley e a portare i Chelsea Boots, gli stivaletti a punta in voga ai tempi dei Beatles, segni di riconoscimento tra i carbonari di quell’arte. Ma soprattutto imbracciano gli strumenti e li accordano sui meravigliosi suoni di due decenni prima: l’urgenza espressiva del garage, la vitalità del beat, il fascino multicolore della psichedelia. Eighties Colours ripercorre tutte le tappe del movimento neo-Sixties che per sei anni rivitalizzò la scena musicale italiana: un circuito indipendente da cui uscirono decine di dischi, fanzine e fogli di controinformazione, e si organizzarono concerti e tour.
Attraverso la viva voce dei protagonisti di allora e con un apparato iconografico senza precedenti, questo libro ci trascina nell’atmosfera di febbrile eccitazione, di entusiasmo e di spontaneità di quegli anni irripetibili e naïf.
Le recensioni
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Videointerviste
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Clicca qui per vedere l'intervista al Festival "Narrazioni" 2010
Audiointerviste
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Intervista
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